Buona sera amici di Vintage Bricks.
Questa sera parleremo di un set LEGO®. Ma non vi dirò quale… Non subito.
Ma facciamo un passo indietro, a quando tutto ebbe inizio.
Era una notte buia e tempestosa. Le nuvole nel cielo erano scure e cariche di pioggia. Il vento sferzava i rami del vecchio albero, e gli animali si erano nascosti. Dalla stufa usciva il caldo, che scongelava le mie ossa, dopo una giornata in cantiere.
In televisione passavano un vecchio film di Leone. Uno di quelli, di cui conosci le battute a memoria.
Quello di: “Ragazzo, sei diventato ricco”
“Siamo diventati ricchi”
“No! Tu solo, e te lo sei meritato”.
La scena in cui capisci che il colonnello non lo aveva mai fatto per i soldi. Quei film che ti fanno emozionare, ancora dopo 30 anni.
E mentre il cuore si gonfia, e la gola brucia sotto i colpi del rum preferito pensi:
“Chissà, se domani mi arriva il pacco dalla Francia. È già due settimane che me lo hanno inviato… ‘sti francesi malcagati!”
E allora cadono i maroni.
Perchè noi siamo tutti un pò così. Un pò sempre sul pezzo.
Tra ordini in Burkina Faso e negli USA, fatti passare per la Colombia, sotto forma di panetti di cocaina (perchè sappiamo che è più facile importare una tonnellata di cocaina da Bogotà, che un set dall’America), le nostre giornate scorrono così.
Tra aste su WhatsApp, lotti in vendita su Subito.it e i continui aggiornamenti degli stati degli ordini su BrickLnk.
Noi siamo un pò così. Forse non tutti. Ma c’è un pò di legopatia in ognuno di noi. Quella sana (si spera).
Ecco, le cose non sono andate così. Nulla di così romantico.
Stavo semplicemente cercando qualche cosa di carino per il mio quattrenne. E trovo un annuncio interessante. Una nave della polizia, un aereo della ambulanza, e “lui”.
Sbrigo la burocrazia solita, e dopo qualche giorno arriva tutto a casa. Ovviamente si cominciano con i vecchi City.
Metti di qua, togli di la, aggiungi un arpione, due fari allo xeno, un lanciarazzi, un motore W12, un razzo disintegratore, uno stegosauro, e qualche cattivo, che ci sta sempre bene.
Del resto i bambini cosa fanno? Sfogano la loro immaginazione.
Io spero che il mio si limiti al gioco, perchè ho paura che possa incendiare il paese con le braci del barbeque…
Si gioca per fare passare il tempo, per fare passare l’inverno e le brutte giornate. Si gioca per far passare la febbre e le influenze. Ogni pretesto è buono. LEGO® o non LEGO®. E tante volte ci gioco pure io, con lui.
Ma poi arriva il momento di mettere tutti a letto, e di dedicarsi a quell’ammasso di pezzi rossi, bianchi e grigi. Vi do un primo indizio. È un Technic vecchia scuola.
La mia vista è relativamente buona, ma si torna a scuola, perchè le vecchie istruzioni non sono come le nuove. Ed io non sono molto abituato a quei Technic. Anzi, per nulla.
E comincio a lavorarci su. Trovo i pezzi che mancano, e sostituisco quello rotti.
E si smadonna. Cazzo se si smadonna! Si offendono tutti i santi del paradiso, dell’inferno, del purgatorio, e pure i vicini di casa. Loro per primi…
Si tribola perchè i pezzi non vanno al loro posto. E allora tac, Brickpatici! Chiedi informazioni a riguardo, per capire se sono stupido io, oppure il Technic in questione ha dei difetti?
Per fortuna ottengo conferma. Almeno per questa volta è colpa sua.
Constatato ciò, tiri fuori il meccanico che non sei mai stato (neanche a 14 anni, quando montare una marmitta Giannelli Reverse era l’abc) e ci provi con la logica. Controlli gli alberi, la trasmissione, gli ingranaggi, e infine capisci che il problema sta li, nella catena (secondo indizio).
Allunghi, accorci… Il risultato non cambia. Non fa quello per cui è stato progettato. Forte della conferma circa i difetti, ti accontenti di averlo solo montato. Farci giocare il bimbo sarà impossibile. Da quel giorno è rimasto li. Ancora da capire se come un trofeo, o una carcassa.
L’ho odiato talmente tanto, ma tanto, che ho provato persino a venderlo. Maledetto lui. Invece nisba. Rimaneva li. Passava da farsela con una Imperial Flagship 6271, a flirtare con la Flagship II.
E’ stato messo in vetrina, nascosto. Ma era comunque sempre li. Come le emorroidi.
Tanto sul mobile, quanto nella mia testa. Un chiodo fisso…
Stava li, e mi guardava. Chissà che cosa cavolo pensava. Quel vigliacco di un Technic…
Volete sapere come è andata a finire tra me e lui (è maschile, terzo indizio)? Lo volete proprio sapere?
Qualche giorno fa, un bravo ragazzo mi ha combinato a prezzi validissimi quello che mi mancava. La sua casa. Il suo box.
Ed ora, sta li. Nel posto che spetta. In vetrina. Tutto bello in ordine, insachettato ad hoc. Con i pezzi divisi per tipologia, e le ruote da parte.
Ora sta li, e posso garantire, che in salute (ovviamente) non cambierà più casa.
Adesso è in buona compagnia. E posso dire che sono felice (la felicità relativa, che accompagna i LEGO®, certamente).
Sono felice di non averlo venduto. E di averlo messo in tiro. Col vestito della domenica.
Buon vecchio bastardo 8835…